7-11-2003
Omaggio Ingmar Bergam

Omaggio allo straordinario Ingmar Bergam

Una mostra e un ciclo di proiezioni dedicate al celebre regista svedese - “Prima che Ingmar diventasse Bergman”, e' il titolo di una mostra ospitata a Palazzo Fontana di Trevi fino al prossimo 15 novembre.

Una descrizione tenera e divertente dei primi passi del Giovene Bergman sulla strada verso la fama mondiale, un omaggio al suo spirito tuttora giovane mentre si avvicina agli ottantacinque anni.

L'esposizione, che raccoglie manoscritti, appunti di lavoro, citazioni, disegni e fotografie tratti dall'Archivio Bergman nonche' materiale dei film “Spasimo” (la prima sceneggiatura) e “Crisi” (la prima regia cinematografica) ed altri documenti, copre gli anni dal 1938 al 1946, anno del debutto di Ingmar come “Bergman regista cinematografico”.Accanto alla mostra, parte della rassegna “!Scopriamo la Svezia!”, in corso a Roma, la Scuola Nazionale del Cinema propone la “retrospettiva Ingmar Bergman”, un ciclo di proiezioni che alterneranno le famose pellicole del grande regista fino al prossimo 30 novembre nella “Sala Sordi” di Palazzo Fontana di Trevi. “Il cinema di Bergman e' straordinario anche a distanza di anni, in quanto cinema che afferma la sua capacita' di produrre idee, sviluppare riflessioni complesse sull'esistenza, esprimendo come, attraverso il mondo audiovisivo sia possibile far emergere il pensiero in tutte le sue articolazioni - spiega il professor Paolo Bertetto, docente di filmologia e analisi del film all'Universita' “La Sapienza” di Roma - Con l'enigmaticita', la problematicita' dei suoi film, Bergman rende permanente l'interrogativo sul mondo, sul senso dell'esistenza umana, grazie anche al suo saper ricreare magistralmente all'interno dei suoi film la dimensione spirituale.

Il suo cinema - continua - costituisce una delle grandi esperienze rappresentative della soggettivita': e' con lui infatti che nascono soggetti problematici, fragili, difficili, ambigui che continuamente si interrogano sulla natura dei loro desideri, sui fini dei loro percorsi esistenziali”. Nel corso del dibattito e' stato inoltre sottolineato il forte legame tra la vita e i film del noto regista di “Sussurri e Grida”, uno tra i tanti capolavori di Bergman, che “e' riuscito a crearsi il suo mondo, i suoi attori, la sua scrittura, le sue scene, il suo cinema.
Le sue 'opere d'arte', apparentemente diverse tra loro, hanno in realta' una continuita' segreta, un'unita' profonda: Ingmar Bergman. E' il regista, infatti, ad essere l'occhio che proietta sulle scene sempre lo stesso soggetto che si muta”, afferma Giangiulio Radivo di Radio Vaticana.
L'incontro, organizzato dall'Istituto Nazionale per la Grafica e dalla Direzione Generale per il Cinema, con il patrocinio del ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, si inserisce in un quadro di iniziative dedicate ad regista svedese di fama internazionale, ed in particolare: la mostra “Prima che Ingmar diventasse Bergman” realizzata in collaborazione con l'Ambasciata Svedese e l'Istituto del Cinema Svedese, e la retrospettiva “Ingmar Bergman”, resa possibile grazie al contributo della Scuola Nazionale di Cinema.

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